La storia e le origini dei supereroi
In questo articolo vi racconto in breve la storia dei supereroi, la loro nascita, sviluppo e come sono diventati un fenomeno globale! Scopri il testo completo in questo articolo!
ARTICOLI E NOTIZIE
Mr. Red Drakar
10/20/20252 min read
Prima dei fumetti colorati, dei film da miliardi di dollari, prima ancora dell’esistenza del concetto di “supereroe”, l’umanità aveva già bisogno di figure più grandi della vita, capaci di incarnare la speranza, la forza e la giustizia. I primi supereroi, se così possiamo chiamarli, erano dei e semidei: Eracle che abbatteva mostri con la sola forza delle braccia, Gilgamesh che sfidava l’immortalità, Thor che brandiva il martello contro le forze del caos. Erano esseri umani idealizzati, proiezioni dei desideri e delle paure collettive.
Quando il ventesimo secolo cominciò a farsi carico delle sue guerre e dei suoi orrori, l’immaginario dell’eroe si trasformò. Le divinità furono sostituite da uomini mascherati. Nacque un nuovo tipo di mito, plasmato non dal fuoco degli dei, ma dall’inchiostro dei tipografi e dalla fantasia dei disegnatori.
Era il 1938 quando un giovane di nome Jerry Siegel e un disegnatore, Joe Shuster, pubblicarono per la prima volta Superman. Indossava una tuta blu, un mantello rosso e un simbolo che sarebbe diventato più riconoscibile di qualsiasi bandiera. Veniva da un altro pianeta, ma difendeva la Terra. Era la risposta a un mondo in crisi: mentre le ombre del nazismo si allungavano sull’Europa, Superman rappresentava ciò che l’umanità poteva essere al suo meglio.
Pochi anni dopo, arrivò Batman, l’opposto del superuomo solare. Niente poteri, solo un uomo e il suo dolore, una città corrotta e un simbolo di paura. Un supereroe che combatteva per vendetta oltre che per giustizia. Era il riflesso di un’America che cominciava a guardare dentro se stessa, nei suoi angoli più bui.
Con la Seconda Guerra Mondiale nacquero altri eroi: Captain America, che con lo scudo difendeva i valori della libertà, e Wonder Woman, simbolo di potenza femminile e compassione. I supereroi diventavano propaganda, ma anche speranza. I soldati portavano i loro fumetti nelle trincee, come amuleti contro la paura.
Negli anni ’60, qualcosa cambiò di nuovo. La Marvel introdusse l’idea che un supereroe potesse essere anche fragile, insicuro, umano. Spider-Man, con i suoi problemi scolastici e i sensi di colpa, parlava ai giovani più di qualsiasi eroe invincibile. Gli X-Men rappresentavano la diversità, l’emarginazione, la paura del diverso. La fantascienza e la psicologia si mescolarono, e l’eroe smise di essere solo un modello: divenne un riflesso.
Poi arrivarono gli anni bui. Gli anni ’80 e ’90 spogliarono i supereroi delle loro certezze. Watchmen, The Dark Knight Returns, Spawn — tutti raccontavano un’America cinica, ossessionata dal potere e dalla colpa. I supereroi non salvavano più il mondo; spesso lo distruggevano. Erano uomini rotti in un mondo rotto.
Eppure, non morirono. Ogni generazione reinventa i propri dei, e così fecero i lettori del nuovo millennio. I supereroi tornarono al cinema, più vivi che mai, ma anche più umani, più complessi. Da Iron Man a Black Panther, da Joker a Doctor Strange, ognuno portava con sé un frammento di quel bisogno antico: credere che qualcuno, da qualche parte, sia disposto a lottare per un bene più grande.
INFORMAZIONI
I racconti del Rosso - Un blog di scrittura, racconti, cultura nerd e materiale creativo
© 2025. All rights reserved.