Il cartone maledetto degli anni '80

Negli anni ’80, l’animazione era un rifugio. Bambini e ragazzi si sedevano davanti allo schermo del televisore con gli occhi spalancati, pronti a lasciarsi trasportare in mondi colorati dove l’eroe vinceva sempre e il male era solo una parentesi da dimenticare.
Eppure, tra le decine di titoli che facevano sognare un’intera generazione, esiste una leggenda che nessuno vuole ricordare troppo a lungo: un cartone animato trasmesso solo una volta, in una notte di mezza estate e mai più riproposto.

Si racconta che il titolo fosse “Gli Amici della Notte”, una serie di cui non esistono archivi ufficiali. Nessun palinsesto televisivo ne parla, eppure diversi adulti – oggi quarantenni o cinquantenni – giurano di averlo visto da bambini.

La trama era semplice: un gruppo di bambini entrava in un bosco incantato popolato da strane creature parlanti. Ma l’atmosfera cambiava presto: le canzoncine diventavano dissonanti, i colori sempre più cupi, i sorrisi degli animali sempre più larghi.
L'episodio che avrebbe segnato per sempre la memoria degli spettatori, mostrava i protagonisti che uno a uno “scomparivano” nel buio, inghiottiti da ombre senza volto. L’ultimo bambino guardava in camera, rompendo la quarta parete, e diceva:

“Non guardare più lo schermo.”

Poi, sigla. Nessun messaggio, nessun sponsor, solo il ritorno improvviso della programmazione.

Chi lo ha visto racconta di incubi per mesi. Alcuni giurano che persino i genitori, disturbati dal contenuto, avessero proibito di parlarne. Nessuna copia sembra essere sopravvissuta al tempo, ogni fonte o informazione utilizzabile per cercare qualche indizio sulla serie è andata perduta. Le VHS registrate in quegli anni risultano inspiegabilmente corrotte quando si tenta di riavvolgerle.

Era solo una leggenda metropolitana? Un esperimento televisivo dimenticato? O davvero un “cartone maledetto” passato in sordina?
Nessuno lo sa, e forse è meglio così.
Perché, dicono, chi cerca troppo a lungo gli Amici della Notte, finisce per incontrarli davvero.

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